Il mio paese è l'Italia
e più ritornano nel cuore dei poeti.
Là i campi di Polonia, la piana dì Kutno
con le colline di cadaveri che bruciano
in nuvole di nafta, là i reticolati per la quarantena d'Israele,
il sangue tra i rifiuti, l'esantema torrido,
le catene di poveri già morti da gran tempo
e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani,
là Buchenwald, la mite selva di faggi,
i suoi forni maledetti; là Stalingrado,
e Minsk sugli acquitrini e la neve putrefatta.
I poeti non dimenticano.
Oh la folla dei vili, dei vinti,
dei perdonati dalla misericordia!
Tutto si travolge, ma i morti non si vendono.
Il mio paese è l'Italia,
o nemico più straniero,
e io canto il suo popolo,
e anche il pianto coperto
dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri,
canto la sua vita.
Salvatore Quasimodo
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e io canto il suo popolo,
RispondiEliminae anche il pianto coperto
dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri,
canto la sua vita.
Grande Salvatore Quasimodo !