Il mondo offeso
“L'uomo, si dice. E noi pensiamo a chi cade, a chi è perduto, a chi piange ed ha fame, a chi ha freddo, a chi è malato, a chi è perseguitato, a chi viene ucciso. Pensiamo all'offesa che gli è fatta, e la dignità di lui. Anche a tutto quello che in lui è offeso, e che era, in lui, per renderlo felice. Questo è l'uomo. Ma l'offesa che cos'è? È fatta all'uomo e al mondo. Da chi è fatta? E il sangue che è sparso? La persecuzione? l'oppressione? Chi è caduto anche si alza. Offeso, oppresso, anche prende su le catene dai suoi piedi e si arma di esse: è perché vuol liberarsi non per vendicarsi. Questo è l'uomo il Gap anche? Per Dio se lo è!”.................... Ma l'uomo può anche fare senza che vi sia nulla in lui, né patito, né scontato, né fame, né freddo, e noi diciamo che non è l'uomo. Noi lo vediamo. É lo stesso del lupo. Egli attacca e offende. E noi diciamo: questo non è l'uomo. Egli fa con freddezza come fa il lupo. Ma toglie questo che sia l'uomo? Noi non pensiamo che agli offesi. O uomini! O uomo! Appena vi sia l'offesa, subito noi siamo con chi è offeso, e diciamo che che è l'uomo. Sangue? Ecco l'uomo. Lagrime? Ecco l'uomo. E chi ha offeso che cos'è? Mai pensiamo che anche lui sia uomo. Che cosa può essere d'altro? Davvero il lupo?"
Tratto da "Uomini e No" di Elio Vittorini
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