Vieni a me stranier, che vuoi?
La tua Patria?- Fu Messina.
Il tuo nome e gli anni tuoi?
Pippo e gli anni una trentina,
Fosti vate?- Mai lo fue
Quali furon le opre tue?
Qualche volta un sonettino
Fu sublime? Triviale
Componesti mai in latino?
Rare volte: Bene- Male
E perchè creduto un vate?
- Perchè feci cicalate.
- La tua vita?- Un arsenale
fu di vizi ed un complesso.
- Ma qual vizio principale
dominotti? – Tel confesso:
giorno, notte, e in ogni loco
indefesso sempre al gioco:
ombres, caschera, tresette,
stopo, gof, banco fallito,
biribissi, e di bassette
pantalone assai perito,
e giuocavo con li fiocchi
la pallara e li tarocchi;
qulalche volta di bordello…
- Taci, bestia, assai presumi
e profani il mio cervello,
l’aria, il cielo, il mare, i Numi.
Son delitti i vizi tuoi
nè sei degno a star fra noi.
Don Pippo Romeo
Nacque in Messina da famiglia patrizia nel 1733 e presto si segnalò per acume d'ingegno e natural brio. Studiò in Messina e poi in Napoli la letteratura, rendendosi familiari i classici italiani e latini. Tornato in patria, vi si fece tosto conoscere per le sue cicalate, poesie giocose e satiriche, che resero in breve popolare il suo nome. Di queste cicalate ne leggeva per incarico dell' Accademia Peloritana, una all'anno, in occasione dei trattenimenti di carnevale. Esse furono raccolte e pubblicate più volte in un volume, a Napoli e Messina; si leggono tuttavia con grande diletto, e sono il miglior monumento della fama di don Pippo Romeo. Egli fu più volte senatore e console nobile di mare e di terra. Morì a' 31 dicembre 1805.