Eduardo De Filippo nella sua ultima apparizione pubblica al Teatro Antico di Taormina
"Voi sapete che io ho la nomina (non di senatore, per carità) che sono un orso, ho un carattere spinoso, che sfuggo…sono sfuggente. Non è vero. Se io non fossi stato sfuggente, se non fossi stato un orso, se non fossi stato uno che si mette da parte, non avrei potuto scrivere cinquantacinque commedie.
Insisto col dire: Il Teatro, se lo si vuol fare seriamente, è altruistico non egoistico; l’altruismo ritorna, l’egoismo…ti manda all’altro mondo.
Questo l’ho fatto perché così è la mia vita, così come sono nato, così come mi hanno insegnato i maestri di un tempo.
Perché sono venuto qui stasera? Eh beh, certo me ne sarei stato a casa, come ho fatto sempre, a scribacchiare qualche ultimo pensiero, qualche ultima follia. Ma ho detto: no. Io ci devo andare perché è la festa dell’arte, è la festa degli attori, e finalmente li voglio guardare in faccia, tutti quanti. Voglio, voglio vedere anch’io il teatro dalla platea, voglio anch’io vedere il teatro che cammina, voglio vedere il teatro che non si arrende, che va avanti con i giovani, con gli anziani, con i vecchi come me, che va avanti. Ecco perché sono tra voi stasera. Per vedere questa serata di festa.
Questo teatro lo conosco; ci sono venuto tanti anni fa, ma non è oggi come allora.
OGGI QUESTO TEATRO DEVE DIVENTARE IL TRONO DELL’ARTE.
L’abbiamo inaugurato noi, con le nostre forze, con i nostri sacrifici, perchè fare teatro sul serio significa sacrificare una vita. Sono cresciuti i figli ed io non me ne sono accorto…….Meno male che mio figlio è cresciuto bene. Questo è il dono più grosso, più importante che ho avuto dalla natura. Senza mio figlio, forse, io me ne sarei andato all’altro mondo tanti anni fa. Io devo a lui il resto della mia vita. Lui ha contraccambiato in pieno. Scusate se faccio questo discorso e parlo di mio figlio. Non ne ho mai parlato. Si è presentato da sè, è venuto dalla gavetta, dal niente, sotto il gelo delle mie abitudini teatrali.
Quando sono in palcoscenico a provare…..quando ero in palcoscenico a recitare…..è stata tutta una vita di sacrifici. E di gelo. Così si fa il Teatro. Così ho fatto!".
Eduardo De Filippo
Teatro Antico di Taormina, 15 settembre 1984
Queste parole, pronunciate sul palcoscenico del Teatro Antico di Taormina, il 15 settembre 1984, da Eduardo De Filippo a qualche mese dalla sua morte, rappresentano uno dei momenti più belli e significativi della storia di "Taormina Arte".
Davanti ad alcuni dei più grandi attori e autori teatrali italiani e al figlio Luca, Eduardo lascia una sorta di testamento spirituale, con un’appendice, siglata di suo pugno sul registro delle firme del San Domenico: “Cari colleghi, vi prego amatevi fra di voi, come il pubblico vi ama. Questo è il segreto del successo!”
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